Bishop Denis Chidi ISIZOH

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MASS FOR A MIXED CONGREGATION
​FROM DIFFERENT CONTINENTS AND LANGUAGE GROUPS
 HOMILY
AT THE BASILICA OF SAN BONIFACIO,
VERONA (ITALY)

20 September, 2015


BY MOST REV. CHIDI DENIS ISIZOH 
AUXILIARY BISHOP OF ONITSHA ARCHDIOCESE


          God works in mysterious ways! Last year when the invitation to come here was proposed to me by the organisers, I was hoping to come from Rome to Verona. I was hoping to come for a weekend activity. Suddenly in February I was nominated a Bishop by the Holy Father. I returned to my home in Nigeria and was consecrated a Bishop of 1st May 2015. I have found myself immersed in work.
 
          Questo è la mia prima visita in Europa come Vescovo.

  • Je suis heureux d'être ici aujourd'hui. Merci aux organisateurs des activités d'hier et d'aujourd'hui.
 
          Veniamo da diverse parti del mondo. Abbiamo molte cose in comune: la nostra vita, essere creato ad immagine e somiglianza di Dio.
 
          As Christians, we say there is one Lord, one faith, one baptism. Every nation, every race, ever human being, as individual and collectively, has a special gift from God. What is God’s gift to your country?

  • Quels sont les dons de Dieu à toi comme une personne?
 
          Come potete condividere il dono di Dio con gli altri?
 
          In today’s reading we reflect on suffering, on common cross which we all carry, every day as the Lord demands of his disciples. If you want to be my disciple, you must carry your cross every day and follow me.


          Oggi ci poniamo una domanda: perché il giusto viene perseguitato? Perché chi si comporta bene viene perseguitato e invece chi non ha scrupoli sembra che la vita lo premi! Oggi ascoltando e meditando le letture troviamo una risposta a questa domanda. Chi diffonde libertà dà fastidio a chi vuole dominare. Gesù faceva questo, chiamava a libertà: di fronte alle strutture sacre richiamava la voce della coscienza (perché non giudicate voi stessi cos'è bene?)-Lc. 12,57-, richiamava alla dignità di figli. Chiedeva di esprimere continuamente misericordia nei confronti degli altri, di riconoscere la loro grandezza, la loro dignità di figli di Dio. Questo certo dà fastidio a chi vuole il dominio.

          Ora quello che per noi è importante è capire che anche le forme di persecuzione, di incomprensione, quando nascono dal bene che si vuole fare, quando nascono dalla volontà di rivelare l'amore di Dio, non è qualcosa che si aggiunge dall'esterno, fa parte della stessa missione. Se diffondiamo il bene, necessariamente sorgono incomprensioni, ostilità, contrapposizioni, perché il bene come tale, nella situazione imperfetta della creazione e dell'umanità, dà fastidio.

          In the first reading today, we hear the message: the just in an unjust world should expect persecution and even death. “Let us see if what he says is true; let us observe what kind of end he himself will have. If the virtuous man is God’s son, God will take his part and rescue him from the clutches of his enemies.”
 
          I giusti erano coloro che accolgono la parola di Dio. Questo valeva per tutti i popoli, per tutta l'umanità e per tutte le culture. Non dobbiamo pensare che la sofferenza sia una prova di Dio, lui ci conosce e non ha bisogno di nessuna prova!

          Non è necessario soffrire per essere giusti e non è una fatalità.

          Ci è chiesto di camminare nella direzione del bene, dell'amore di Dio, per questo è necessario chiederci sempre quali sono le ragioni delle nostre scelte, anche quando operiamo il bene.

          Oggi leggiamo il passo del vangelo secondo Marco dove Gesù mentre prima girava i villaggi e le città e annunciava il vangelo del regno, ora si dedica di più alla formazione del gruppo dei suoi discepoli, perché ormai le voci che venivano da Gerusalemme erano allarmanti e certamente c'era il rischio grave che venisse preso e condannato o forse venisse lapidato per una rivolta; c'era infatti anche questa possibilità, per cui Gesù a un certo momento ha temuto di essere lapidato.

          Quindi Gesù si dedica con molta più cura alla formazione dei suoi; per questo desidera che non si sappia che sta attraversando la Galilea, in modo che non accorra molta gente portando malati.

          Nella formazione dei discepoli insiste su alcuni particolari. Prima di tutto cerca di liberarli dalla convinzione che avevano che la missione che stavano compiendo avrebbe avuto pieno successo, per cui sarebbero diventati persone importanti per la vita sociale di quel tempo. I discepoli lo stavano seguendo secondo le loro prospettive. Per questo "non capivano ciò che diceva", capivano le parole, ma non la prospettiva di Gesù.

          Proprio per far capire queste prospettive Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni per salire sul monte, pregare e riflettere sulle scritture. Gesù stava maturando la decisione di salire a Gerusalemme, di continuare fino in fondo la sua missione. C'erano alternative possibili. Quando Gesù stava comunicando ai suoi che sta per essere ucciso, i suoi apostoli discutono per sapere chi è il più importante tra loro. Come se dicessero:"Abbiamo capito, morirai, ma dopo, chi di noi sarà il più grande?"

          Mancava loro la consapevolezza che siamo creature, cioè luogo dove qualcosa di più grande si esprime, quello che siamo, lo siamo per un dono che viene continuamente rinnovato, per un'offerta di vita, che continuamente ci viene donata. Continuamente. Non è che Dio ci ha dato la vita all'inizio e poi ci ha detto: "adesso sbrogliatevela!", no, continuamente offre. Per questo siamo creature. Noi non siamo creature perché un certo giorno abbiamo iniziato a vivere, ma continuamente dipendiamo dall'azione creatrice di Dio per essere viventi, per pensare, operare quello che pensiamo e operiamo.

  • Rien est le nôtre, nous perdons tout, nous ne sommes pas le début de ce que nous sommes. Nous sommes l'espace où la bonne, comme l'amour, fleurit.

          Our Lord Jesus put a child at the centre. We put at the meeting point with others: our innocence, our simplicity, our own gifts, our love, our peace, our joy, everything positive in us.

          Gesù invita a capire dove sta la vera grandezza, la vera realizzazione dell'uomo. Non sta nella sottomissione agli schemi del mondo, che sono quelli della sopraffazione, della violenza.

          Ogni potere corrompe. La sete di dominio trascina l'uomo fuori di sé, è menzognera! Gesù stimola ad abbandonare ogni aspirazione a ruoli importanti, come fanno gli adulti, e a diventare servi gli uni degli altri, a dimostrare a ogni uomo il suo valore infinito.

          Chi vuol essere il primo si metta a servizio di tutti, come ha fatto Gesù. 

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